Aulon

Mi chiamo Aulon, ho 29 anni e da undici vivo a Udine, sono compositore di musica classica contemporanea. Lasciare l’Albania è stato difficile, ero giovane, avevo una vita abbastanza semplice, senza problemi. Ma avevo appena finito il liceo musicale e volevo concludere gli studi universitari in Italia, approfittando della presenza di mio fratello a Udine.
Ho terminato da poco la specializzazione al Conservatorio, ottenendo il massimo dei voti. È stato un percorso lungo e difficile, ho studiato e lavorato tantissimo e i risultati si vedono, ma oggi ho una punta di amarezza perché ci sono ancora molte difficoltà e mi accorgo che in questo paese spesso non si avanza per meritocrazia, in molto campi non è così.
Tuttora devo fare il doppio della fatica per dimostrare chi sono, mentre nel mio paese non sarebbe stato così. Mi spiego, è come se ogni volta dovessi smontare tutti gli stereotipi sugli albanesi, fare sempre uno sforzo doppio: prima per dimostrare che sono diverso da quello che pensi, poi per far vedere quanto valgo come musicista.
Eppure ormai mi sento metà italiano, per mentalità, infatti in città mi chiedono spesso di intervenire a eventi, come giovane, per raccontare la mia esperienza e come si possono raggiungere certi obiettivi anche con poche risorse e in condizioni difficili. Anche per questo mi sembra un paradosso non poter votare: se studi, ti informi, vivi qua, paghi le tasse, stai immerso in questo contesto, penso che sarebbe il minimo avere il diritto di voto, dopo una residenza di alcuni anni e anche dopo aver ottenuto qui un titolo di studio. Penso che arricchirebbe molto il paese.
Oggi sto cercando di capire cosa voglio fare e dove. Vedo che gli artisti giovani tendono a lasciare l’Italia e anche se forse altrove non troveranno quello che cercano, è un segno che in Italia non ci sono opportunità.

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